La pressione rimane alta e continua a crescere il divario tra freddo e caldo.

Secondo quanto dichiarato da alcuni operatori, nelle ultime settimane sarebbe migliorata la disponibilità di prodotti a caldo sul mercato europeo, facendo allentare la spinta rialzista di questi.
Viceversa il freddo, a causa anche del guasto di un impianto di un noto produttore, rimane insufficiente e non riesce quindi a soddisfare appieno la domanda.
A risentirne ovviamente sono i prezzi, ancora in forte crescita ed un gap con il caldo che, dai tradizionali 150 euro la tonnellata, oggi è salito a 300-400 euro la tonnellata.

Le consegne dei produttori europei rimangono lunghe (tanto che per alcuni prodotti si parla già di fine 2022) e, dato il caro-nichel, l’aumento del costo dell’energia e le difficoltà logistiche delle ultime settimane, le aspettative degli operatori sono per un proseguimento dell’attuale trend.

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