Il quadro dei rischi globali nel 2020 riprende ed intensifica le criticità economico-finanziarie e politico-sociali che avevano caratterizzato anche l’anno precedente.

Tali fattori, insieme alle problematiche dovute al Covid 19, rallenteranno fortemente l’attività economica globale, che già nel 2019 aveva decretato il ritmo di crescita più basso dell’ultimo decennio, soprattutto per quanto riguarda il commercio internazionale. Tutto questo avrà un impatto rilevante anche sul settore siderurgico la cui produzione verrà ridotta anche a seguito della chiusura delle fabbriche che svolgono attività “non indispensabili”. L’intensità dell’impatto dipenderà dalla durata della crisi pandemica, la quale si è manifestata con diverse sfaccettature da un Paese all’altro e questo comporta un allungamento dei tempi di ritorno alla normalità.

All’inizio della diffusione del contagio la produzione di acciaio dava già segni di rallentamento, con un incremento soltanto dell’1% rispetto ai primi due mesi del 2019. L’area con la frenata più brusca è quella dei paesi dell’Ue, con un calo della produzione di oltre il 9%. Negli altri Paesi europei extra-Ue, i volumi produttivi invece sono cresciuti del 10,3%.

Il corona virus ha solo rallentato la crescita della produzione di acciaio in Cina.

La produzione cinese di acciaio ha continuato quindi ad aumentare, seppur a ritmi sempre più ridotti, nonostante la diffusione dell’epidemia, il che ha comportato una forte crescita delle scorte a causa dell’interruzione dei trasporti. L’aumento delle giacenze unito alla debolezza della domanda ha messo sotto pressione i prezzi dei prodotti siderurgici in Cina e nel mondo, alimentando la preoccupazione che la Cina ritorni ad inondare i mercati con esportazioni a basso costo.

Nonostante il rallentamento dell’economia nei paesi più sviluppati e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, le acciaierie cinesi non hanno diminuito la produzione per sfruttare il più a lungo possibile il trend positivo dei margini di profitto dei due anni precedenti. Nei prossimi mesi la domanda interna di acciaio tornerà a crescere gradualmente, in relazione con la ripresa dell’attività produttiva dei due principali settori utilizzatori di acciaio, le costruzioni e l’automotive, che complessivamente assorbono oltre il 60% della produzione di acciaio e che sono stati i più colpiti dal blocco dell’attività causata dal coronavirus.

In Europa, il calo della domanda di acciaio provocherà un calo della produzione di acciaio che difficilmente potrà essere recuperato nel corso del 2020. Considerando che ci vorranno diversi mesi perché le aziende ricomincino a funzionare a pieno regime, le imprese siderurgiche europee dovranno riuscire ad adattare la produzione all’andamento della domanda interna, perché sui mercati internazionali la sovra produzione cinese farà da barriera utilizzando la leva prezzo.

Ciò potrebbe provocare una compressione dei margini delle imprese siderurgiche europee alle prese con una domanda interna debole ed un elevato rischio di pagamento dei clienti a corto di liquidità.